Attitudine al rispetto dell’ambiente interiore ed esteriore |
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Attitudine al rispetto dell’ambiente interiore ed esteriore
“Dobbiamo proteggere le risorse naturali, la sacralità della Natura, ma occorre proteggere anche la sacralità della vita interiore. In entrambi i casi, abbiamo risorse da rispettare”
È agevole constatare che nella realtà odierna sono innumerevoli le modalità e le occasioni di entrare in contatto con il mondo esterno. Quando leggiamo un giornale o un libro (vediamo la televisione, ascoltiamo musica, leggiamo manifesti pubblicitari, navighiamo in internet, parliamo con una persona, etc.) entriamo in contatto con altre energie, cioè riceviamo ed elaboriamo una serie notevole di pensieri, immagini e sentimenti. Ma il nostro cervello, come ha chiarito il premio Nobel Gerald M. Edelman, non agisce solo su input provenienti dall’esterno: ”Il cervello è collegato al mondo esterno mediante neuroni specializzati, chiamati i trasduttori sensoriali, che formano gli organi di senso e forniscono al cervello i segnali d'ingresso, mentre i segnali d'uscita passano attraverso i neuroni collegati ai muscoli e alle ghiandole. Inoltre, alcune aree del cervello (la maggior parte dei tessuti cerebrali, in realtà) ricevono segnali unicamente da altre aree del cervello e inviano segnali ad altre aree ancora, senza alcun intervento da parte del mondo esterno. Si può dire che il cervello sia in contatto con se stesso più che con qualsiasi altra cosa” (1). Anche quando siamo soli nella nostra stanza realizziamo scambi: il pensare, il desiderare o l’immaginare di realizzare cose che ci piacciono, ci fa stare bene, malgrado nulla sia stato ancora realizzato sul piano fisico.
Chiunque abbia analizzato se stesso, ha avuto modo di osservare, almeno in talune circostanze, che a seguito di questi scambi energetici interiori o esteriori, possiamo ricevere ispirazioni, benessere, slanci di bontà, di generosità, oppure, preoccupazioni, perdita di entusiasmo, ansie e malessere.
Chiunque abbia analizzato se stesso, ha avuto modo di osservare che vi sono scambi che ci depauperano e scambi che ci arricchiscono. Lo stesso può accadere a seguito della visione di un’opera artistica o della frequentazione di un dato ambiente. La realtà tangibile dell’effetto depauperante o di quello arricchente comprova che certe energie, certi alimenti sono stati introdotti nel nostro mondo interiore e hanno toccato la nostra psiche. La presenza tangibile dei loro effetti ne comprova la loro reale esistenza a prescindere dal fatto se gli strumenti scientifici, allo stato attuale, siano in grado di fotografare questi eventi. Ciò che tutti possiamo constatare sono i loro effetti sulla nostra vita psichica e fisica. Altrimenti, a seconda dei casi, non sentiremmo aumentare o diminuire il nostro benessere psico-fisico (2).
Il
buon senso popolare, osserviamo per inciso, poneva attenzione all’ambiente
interiore in tre circostanze della vita: durante la gravidanza, nel periodo
della prima infanzia e nella fase che precede il sonno. Tutti noi, sulla
base dell’esperienza, possiamo affermare che queste energie (pensieri,
sentimenti...) :
1) possono essere rigettate immediatamente per disinteresse o per qualsivoglia
ragione soggettiva, compresa quella estetica ed etica, come accade quando
cambiamo canale televisivo in presenza di una trasmissione non gradita,
come se si trattasse di cibo non commestibile o avariato;
2) possono essere accolte consapevolmente perché gradite e, successivamente,
possono essere rielaborate con il pensiero e il desiderio;
3) possono essere accolte, in modo inconsapevole, e albergare in noi in
modo surrettizio (e talora, quando ce ne avvediamo, fatichiamo pure a
distaccarcene).
Queste
energie accolte, consciamente o inconsciamente, entrano in circolo alla
stessa stregua degli alimenti, e per tale ragione, possono avere un effetto
intossicante o rigenerante. Gli studiosi parlano, a questo proposito,
di emozioni
tossiche, oppure, con riferimento ai media, di “intossicazione
emozionale” (3).
Pertanto, le energie, prima di essere introdotte nel nostro organismo, dovrebbero essere previamente selezionate, rilevato che esse provocano vari effetti. Dobbiamo, quindi, proteggere il nostro ambiente interiore. Forse, aveva colto questo nesso il filosofo Feuerbach quando sosteneva: ”l’uomo è ciò che mangia” (4) per sottolineare un'unità inscindibile fra la psiche e il corpo. Se questo concetto viene esteso anche al mondo interiore, possiamo affermare: “l’uomo è ciò che pensa e sente”.
L’ambiente non è, quindi, solo costituito dalla notoria materia che circonda i cinque sensi, cioè dai laghi, fiumi, mari, colline, montagne; è ambiente anche quello costituito dalla materia, meno tangibile, dei pensieri e dei sentimenti. Noi siamo in contatto reale e continuo con entrambi gli ambienti. Non bisognerebbe imbrattare l’uno e l’altro. Dobbiamo proteggere le risorse naturali, la sacralità della Natura, ma occorre proteggere anche la sacralità della vita interiore. In entrambi i casi, abbiamo risorse da rispettare.
L’esigenza di non produrre azioni inquinanti non concerne solo l’uso dei beni materiali ma anche l’uso delle energie interiori (5). Quando gettiamo rifiuti in mare sporchiamo il mare, quando nutriamo pensieri di odio o sentimenti di bramosia sporchiamo la materia circostante. Si è affermato in modo condivisibile che “se le strutture sociali, se gli uomini d'oggi, se gli ambienti in cui viviamo sono così ammorbanti psicologicamente sta alla coscienza di ciascuno ed al suo impegno personale rendere questo pianeta il più disintossicato possibile, in modo che i futuri abitanti della terra si possano sorridere più di quello che riusciamo a sorriderci noi” (6). La problematica dell’inquinamento non tocca, dunque, solo la sfera tangibile, ma anche quella psichica. L’inquinamento fisico è definito, nei dizionari, come il complesso di effetti nocivi e alterazioni non desiderabili delle caratteristiche fisiche, chimiche e/o biologiche dell'acqua, della terra e dell'aria che si ripercuotono sulla biosfera e quindi sull'uomo. L’inquinamento psichico potrebbe essere definito come il complesso di effetti nocivi e perturbatori della nostra e altrui consapevolezza interiore.
Sulla base di quanto osservato, in un nuovo approccio civico, rispettare
l’ambiente dovrebbe voler dire rispettare:
1) le risorse della Natura;
2) il proprio mondo interiore, selezionando le energie da introdurre;
3) il mondo interiore degli altri, immettendo nell’atmosfera psichica
energie pulite: pensieri, immagini, parole, suoni, sentimenti, etc.
1.
Gerald M. Edelman, Sulla Materia della Mente, Adelphi, 1993, p. 38 e segg.
2. Afferma l’endocrinologo D. Chopra che “i pensieri tristi o deprimenti
determinano cambiamenti nei processi chimici del cervello che hanno un
effetto pregiudizievole sulla fisiologia del corpo. Le sostanze chimiche
del cervello grazie alle quali è possibile l’attività del pensiero si
chiamano neurotrasmettitori. A seconda dello stato d’animo coltivato dalla
persona, le proporzioni dei neurotrasmettitori cambiano [...]. Pensare
è mettere in pratica i processi chimici del cervello. Essi, infatti, si
collegano a tutta una serie di secrezioni ormonali che hanno luogo in
vari siti del cervello, come l’ipotalamo e la ghiandola pituitaria, e
questi ormoni portano messaggi a ogni singolo organo del corpo umano [...].
I pensieri irosi e ostili producono, fra gli altri, effetti come accelerazione
cardiaca, aumento della pressione, arrossamento del volto... Analogamente,
i pensieri felici di qualsiasi tipo (pensieri d’amore, di pace e tranquillità,
di compassione, amicizia, gentilezza, generosità, affetto, calore umano,
intimità) determinano uno stato corrispondente della fisiologia attraverso
il flusso di neurotrasmettitori e ormoni nel sistema nervoso centrale”
La mia via al benessere, Sperling & Kupfer, 2007, p. 103. Cfr. cap.
“Vita e circolazione dei pensieri”, in Potenze del Pensiero di O.M. Aïvanhov,
Prosveta.
3. Secondo E. Cheli, “si ha intossicazione emozionale quando i testi o
le immagini ricevute presentano una quantità troppo elevata di contenuti
emozionalmente ‘pesanti [...]. La lettura, ascolto o visione di questo
genere di contenuti produce stati di allerta, di tensione, di vera e propria
paura [...] che non sempre cessano alla fine della fruizione ma possono
perdurare anche a lungo [...] Si portano nella vita reale alcuni residui
di ciò che ci ha inquietati: siamo più sospettosi, più irritabili, più
chiusi verso gli altri, più propensi a vedere i rischi che non la bellezza
di ciò che ci circonda [...]. La maggior parte delle persone è talmente
assuefatta a questo stato dell'essere che non ci fa neppure caso, finché
il malessere accumulato non supera il livello di guardia e sfocia in una
qualche patologia emozionale, relazionale o psicosomatica”, Percorsi di
consapevolezza, Metodi olistici per la conoscenza interiore e la realizzazione
di sé, Xenia, 2009, p. 235 e segg.
4. L. Feuerbach, Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia,
1862.
5. Osserva Aïvanhov: “attraverso i nostri cinque sensi noi comunichiamo
con il mondo esterno e possiamo agire su di esso, e viceversa: gli organi
di senso sono come porte attraverso le quali il mondo esterno giunge sino
alla nostra anima. Per questo è tanto importante sorvegliare ciò che entra
così in noi”cfr. cap. “L’inquinamento psichico” in Potenze del Pensiero
cit. Anche la Chiesa parla di inquinamento psichico: “il mondo di oggi
è ‘avvelenato’ oltre che da un inquinamento atmosferico anche da un inquinamento
morale che offusca le menti e i cuori, con immagini che spettacolarizzano
il piacere, la violenza o il disprezzo per l'uomo e la donna…come esiste
un inquinamento atmosferico, che avvelena l'ambiente e gli esseri viventi,
così esiste un inquinamento del cuore e dello spirito, che mortifica ed
avvelena l'esistenza spirituale... Allo stesso modo in cui non bisogna
assuefarsi ai veleni dell'aria - e per questo l'impegno ecologico rappresenta
oggi una priorità- altrettanto si dovrebbe fare per ciò che corrompe lo
spirito. Anche questo è libertà... tutto ciò inquina, intossica l'animo
soprattutto delle nuove generazioni e finisce poi per condizionarne la
stessa libertà" così Benedetto XVI, Repubblica, 31 maggio 2009.
6. Così D. Franco, Psicologia e armonia della coppia, Oderzo, 1979. Sulle
relazioni intercorrenti tra cervello e sistema simpatico, cfr. anche O.M.
Aïvanhov, Centri e corpi sottili, Prosveta, 1997, pp. 63-77. Sulle relazioni
tra pensiero, emozioni positive e il risveglio dei geni benefici, cfr.
le riflessioni del genetista K. Murakami, Il Codice Divino della Vita
cit., p. 45 e segg.
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